venerdì 29 agosto 2008

DAL GIORNALE DI VICENZA

LAVORO. Carlo Ferraro, coordinatore del Pd «Crisi alla Siltal Uniamo le forze per risolverla»

Sulla situazione della Siltal interviene anche Carlo Ferraro, coordinatore del Partito democratico bassanese. «Il caso - dichiara - si sta trascinando da così tanti mesi da aver assunto aspetti ormai insostenibili. Il mancato rispetto degli impegni da parte della proprietà, la sorte dei lavoratori, il ritardo nel pagamento degli stipendi, l'assenza di trasparenza sulle prospettive dell'azienda sono nodi che necessitava sciogliere da tempo con atti concreti, certi e definitivi. Invece, in una sorta di gioco delle tre carte, di “prometto e non mantengo” e, in definitiva, di preoccupanti e continui rinvii, siamo ancora in alto mare. Tutto ciò è diventato intollerabile. La doverosa solidarietà delle forze politiche non è più sufficiente. Iniziative di singoli rappresentanti territoriali sono importantissime e, per quanto ci compete come Partito democratico ci siamo attivati per coinvolgere i nostri referenti. Riteniamo ad esempio estremamente opportuna la recente proposta del consigliere regionale Claudio Rizzato che chiede la costituzione di un fondo regionale per anticipare il pagamento degli arretrati». «Occorre però - prosegue Ferraro - un salto di qualità. Per diventare produttive di effetti virtuosi, iniziative come quella summenzionata devono essere coordinate. Nel momento in cui una parte del suo corpo viene aggredita, una comunità ritrova il senso del proprio esistere se riesce a fare fronte comune. La vicenda Siltal non riguarda esclusivamente quei lavoratori ma ci coinvolge tutti direttamente. È necessario comprendere che il mancato rispetto degli impegni da parte della proprietà non è uno schiaffo e un danno economico solo ai dipendenti dell'azienda ma a tutta una città e all'area che vi gravita attorno. Ad essere chiamati in causa, dunque, sono direttamente i sindaci e i consigli comunali. Dobbiamo fare massa critica, per esempio costituendo una sorta di “comitato di crisi” che divenga interlocutore mettendo in campo tutto il peso politico di cui siamo capaci. I politici bassanesi di qualsivoglia schieramento sono in grado di operare per unità d’intenti e di accogliere trasversalmente quella richiesta e farla propria per l’approvazione? Il sindaco di Bassano è disponibile a farsi promotore di un incontro collegiale con tutti i parlamentari e i consiglieri regionali vicentini per prendere di petto la questione?».

giovedì 28 agosto 2008

DA RETEVENETA

SILTAL: DOMANI ALTRA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA

Lo hanno annunciato oggi: i lavoratori della SILTAL stabilimento di Bassano, domani sera con l’arrivo di Marco Travaglio al Metropolis, in città, sono intenzionati ad appendere gli striscioni che campeggiano fuori dall’azienda di Via Trozzetti, sui muri del multisale, per fare in modo che il giornalista possa farsi da tramite con le maestranze e in qualche maniera prendere a cuore la questione dei dipendenti che aspettano ancora salari arretrati.

DAL GIORNALE DI VICENZA

LA PROTESTA. Per raccontare la difficile situazione occupazionale Un sit-in da Travaglio per i dipendenti Siltal

Prosegue in modo singolare ma certamente incisiva la protesta dei lavoratori della Siltal, che attendono risposte e certezze che non arrivano mai, inclusi gli stipendi arretrati e le spettanze relative alla cassa integrazione che gli addetti dell’azienda di via Trozzetti aspettano inutilmente da settimane. Stasera, infatti, alle 20.45, i lavoratori metalmeccanici dello stabilimento cittadino presenzieranno all’appuntamento del Metropolis col noto giornalista e scrittore Marco Travaglio per sensibilizzare la comunità e presumibilmente anche lo stesso cronista sulla loro estenuante vicenda che si trascina senza soluzione da troppo tempo. L’incontro avvenuto un mese fa al ministero del lavoro a Roma, alla presenza dei politici locali che sulla carta pareva aver risolto la situazione, all’atto pratico non ha prodotto nulla di concreto. Adesso gli operai coinvolti, oltre un centinaio, chiedono un nuovo summit risolutore tra le parti da programmare sempre al ministero del lavoro in tempi rapidissimi. V.P.

mercoledì 27 agosto 2008

Mercolerdì 27 agosto 2008

«Siltal, fondo della Regione per pagare gli operai»
Bassano
Un fondo regionale straordinario per anticipare alle lavoratrici e ai lavoratori della Siltal spa gli stipendi arretrati e le spettanze della cassa integrazione. E' la proposta avanzata ieri in un'interrogazione alla giunta regionale guidata da Giancarlo Galan, dal consigliere regionale del Pd, Claudio Rizzato. "La situazione - evidenzia l'esponente di opposizione - è divenuta oramai insostenibile, anche solo per il mantenimento del minimo vitale", per questo, dunque Rizzato propone alla Regione di farsi carico in modo diretto della situazione rivalendosi, poi, nei confronti dell'azienda per il recupero delle somme anticipate.
Nell'interrogazione, il consigliere chiede inoltre di sapere da Palazzo Balbi, attraverso quali altre forme la Regione intenda intervenire a favore dei lavoratori e del lavoro, oltre che per la verifica delle eventuali risorse pubbliche impegnate e se intenda, comunque, intervenire anche con prime misure economiche straordinarie per evitare una "tragedia annunciata" nella zona del Bassanese, riguardo all'occupazione e alla insostenibile situazione di centinaia di famiglie. Preoccupazione del consigliere Rizzato è anche sapere se le ditte interessate dal caso Siltal abbiano usufruito di fondi pubblici, in particolare regionali o dell' Unione Europea in rispondenza ai bandi finalizzati alla riconversione, al potenziamento tecnologico e alla riqualificazione della forza lavoro.
L'interrogazione di Claudio Rizzato è la prima reazione ufficiale alle proteste non più tanto velate dei lavoratori di via Trozzetti che dopo anni di malcontenti e attese, lo scorso lunedì hanno organizzato uno sciopero davanti ai cancelli dell'azienda, per protestare contro l'ennesima promessa non mantenuta: i bonifici (con gli stipendi e gli arretrati di cassa integrazione) attesi entro venerdì 8 agosto non si sono ancora visti nei conti correnti dei lavoratori, costretti a vivere negli ultimi tre mesi con la sola somma (per i più "fortunati") di 400 euro.
Gazzettino di Vicenza - Barbara Todesco

Mercoledì 27 agosto 2008

GIORNALE DI VICENZA

LAVORO. Sempre in attesa degli arretrati Siltal ancora in crisi Arriva lo sciopero

Sulla crisi senza uscita della Siltal, il consigliere regionale del Partito Democratico, Claudio Rizzato, in un’interrogazione ha invitato la Regione ad attivare un fondo straordinario per anticipare le mensilità pregresse e le spettanze della cassa integrazione. Infatti, è ancora buio pesto sopra, l’azienda di frigoriferi di via Trozzetti. Gli stipendi, dati come in arrivo, in realtà non si sono mai materializzati, le paghe arretrate promesse si sono fatte di nebbia e così il centinaio di dipendenti dell’azienda, l’altroieri, si è si ripresentato ai cancelli della ditta per la prevista ripresa del lavoro. Ma quei cancelli, però, non li hanno mai varcati, poichè gli addetti dello stabilimento si sono legittimamente stancati di essere presi amabilmente per i fondelli da tutti quanti. I soldi dovuti continuano a rimanere lettera morta, ma le spese quotidiane per tutti gli operai no. Gli ultimi bonifici di lglio non superavano i 400 euro, una cifra con cui è dura campare, specie con con moglie e figli a carico. La protesta dei dipendenti mira a rimettere dinanzi a un tavolo, possibilmente al ministero del lavoro, le parti interessati, inclusi i parlamentari locali, per sbloccare definitivamente la faccenda. V.P.

Martedì 26 agosto 2008

Siltal, ripresa con sciopero contro la farsa degli stipendi
Disatteso l’accordo sui pagamenti, 70 dipendenti incrociano le braccia e appendono striscioni. Situazione grave, si torna a trattare a RomaBassanoCancelli ancora chiusi alla Siltal Spa. E per una volta a deciderlo, sono stati i lavoratori, stanchi di "essere presi in giro", come si legge in uno degli striscioni appesi all'esterno dello stabilimento di via Trozzetti. Circa una settantina di dipendenti, ieri, sarebbero dovuti ritornare mattina al lavoro, ma come più volte annunciato hanno preferito rimanere all'esterno dello stabilimento (alcuni si sono presentati anche con i figli) per gridare la loro rabbia. "Incroceremo le braccia - hanno detto- fino a quando non ci sarà detta tutta la verità e non ci sarà dato quanto dovuto"."Vogliamo i nostri soldi!", "Abbiamo fame", recitano altri due striscioni appesi ai cancelli. A nulla, infatti, sembra essere servito l'incontro tenutosi a Roma lo scorso luglio, al Ministero dello Sviluppo economico. Incontro nel quale la proprietà aveva assicurato ai lavoratori il pagamento degli arretrati tanto degli stipendi, quanto della cassa integrazione."La situazione è davvero esasperata - conferma il rappresentante della Rsu, Gianpietro Lorenzato, della Fiom Cgil - l'accordo è stato disatteso ed ora come sindacati non ci resta che tornare a Roma e chiedere con forza che venga rispettato l'accordo sottoscritto, lo ricordiamo, anche alla presenza dei nostri parlamentari".Per conoscere il destino dello stabilimento di produzione di impianti di refrigerazione, dunque, si attende che venga convocato un nuovo incontro. Ma intanto, la situazione non accenna a sbloccarsi: i lavoratori "più fortunati", infatti, hanno ricevuto lo scorso mese bonifici che al massimo hanno raggiunto quota 400 euro ed ora arriva l'annuncio di una nuova cassa integrazione. "Da due mesi non riceviamo un bonifico che si possa definire tale - protestano i lavoratori - e non sappiamo più come sbarcare il lunario. Molti di noi hanno un mutuo da pagare e figli da mantenere. Ci spiegate come possiamo andare avanti in questo modo?"."Purtroppo - continua Gianpietro Lorenzato - l'azienda oltre a non pagare il personale adesso si trova a fare i conti con il problema di riavviare gli impianti: mancano fondi in cassa e quindi la Siltal dovrà comunque prolungare la chiusura fin a quando non si chiarirà la situazione".GAZZETTINO DI VICENZA - Barbara Todesco

Venerdì 15 agosto 2008

Caso Siltal, appello ai sindaci

LAVORO. Frattura fra lavoratori e sindacato sull’esito del vertice a Roma. Ieri volantinaggio al mercato settimanale
Un appello ai sindaci e a tutta la cittadinanza per non essere dimenticati. Strozzati da una crisi finanziaria che li ha gettati in cassa integrazione e li ha lasciati senza stipendio, i lavoratori della Siltal, la fabbrica di elettrodomestici di via Trozzetti, ieri mattina sono scesi in piazza. Stanchi di sentirsi presi in giro, durante il mercato settimanale gli operai bassanesi, hanno distribuito ai passanti un volantino di protesta in cui hanno espresso tutta la loro rabbia per la situazione venutasi a creare all’interno dell’azienda e hanno spiegato in quali difficoltà si trovino ora le loro famiglie. «Ancora una volta le rappresentanze sindacali ci hanno raccontato una favola», attaccano le maestranze, ricordando il primo vertice a Roma, conclusosi con la promessa della corresponsione, entro l’undici agosto, degli arretrati delle ore lavorate, le assicurazioni fornite dai sindacalisti e infine l’ennesima doccia fredda. «Venerdì scorso abbiamo saputo che la ricapitalizzazione non era avvenuta - riferiscono - e che i soldi non c’erano. L’ing. Novarese, amministratore delegato del gruppo, ha fatto sapere che sarebbero disponibili 500 mila euro ricavati da una vendita (forse i frigoriferi bassanesi); 150 mila servirebbero tuttavia per pagare il fisco e 350 mila andrebbero divisi tra i fornitori e i lavoratori di Pignataro». Una scelta che non piace agli operai bassanesi, certi di avere gli stessi diritti degli uomini dell’altro stabilimento. «Ci hanno ridotto alla fame - insistono -, siamo costretti a chiedere continui prestiti per vivere e a settembre c’è il rischio crac». I dipendenti della Siltal si rivolgono quindi ai primi cittadini di Bassano ma anche di Marostica, Pove, Cassola, Rosà Conco, Enego, Solagna, Romano, Borso, Mussolente, Cartigliano e San Zenone di farsi carico del problema. Alle critiche mosse dai dipendenti ai loro rappresentanti è però subito seguita la replica dei sindacati. Portando come prova il verbale della riunione al Ministero del 31 luglio, Massimo Pantano, della Fim-Cisl, spiega come "a raccontare favole" non siano stati i portavoce degli operai ma gli imprenditori. «Si sono presi gioco non solo di noi - chiarisce - ma anche delle istituzioni dello Stato democratico. Non si capisce quindi perché alcuni attribuiscano le responsabilità al sindacato invece di prendersela con loro. I lavoratori a Bassano si sono sempre divisi. Anche questa volta è andata così. Peccato». C.Z.
Dal GIORNALE DI VICENZA del 15 agosto

Mercoledì 13 agosto 2008


VERTENZA SILTAL. Protesta davanti all’azienda
Elemosina" di 50 €: i lavoratori bloccheranno la riapertura
BassanoDopo la lettera per chiedere aiuto ai sindaci, i lavoratori della Siltal scendono in piazza. Nessuno striscione di protesta, solo volantini informativi - ieri a Marostica, domani a Bassano - per sensibilizzare i cittadini sulla situazione drammatica in cui sono costretti a vivere da troppo tempo. Ieri, una trentina di operai, si sono ritrovati davanti ai cancelli della fabbrica, per discutere di una situazione ormai insostenibile e per valutare le prossime mosse. L'intenzione, infatti, fanno sapere, è quella di impedire che il prossimo 25 agosto, giorno in cui i cancelli dell'unità di via Trozzetti dovrebbero riaprirsi dopo la pausa estiva, che alcuno varchi la soglia. "La nostra convinzione - ci riferisce Rosy Sanna - è che a fine agosto non si debba riprendere a lavorare. Per questo chiediamo ai sindacati di sostenerci: vogliamo che prima di partire con le nuove produzioni e con l'acquisto di nuovo materiale, l'azienda pensi a pagare i lavoratori". "E poi - continua - qui dentro non vogliamo più entrare, se è vera la voce che a settembre verrà chiesto il fallimento, mi chiedo a cosa serve riprendere a lavorare!".L'esasperazione, tra i dipendenti di Siltal, è ormai al limite. Specie da quando, dicono, "siamo stati nuovamente presi in giro". I tanto attesi stipendi ed arretrati di cassa previsti per lo scorso lunedì, infatti, non sono ancora entrati nelle tasche dei lavoratori, che ieri, però, hanno ricevuto un nuovo bonifico. "Più precisamente una elemosina" stigmatizza Rosy Sanna. Invece dei 2000 euro che mediamente sarebbero dovuti arrivare a ciascun dipendente, dalle casse di Siltal sono stati depositate cifre che variano da un massimo di 400 a un minimo di 50 euro. "Ci dite come possiamo vivere fino a settembre con soli 50 euro in tasca? - protestano i lavoratori - e magari dovendo anche pagare un affitto e mantenere dei figli".Per questo, mentre nessuno sembra credere più all'annunciato nuovo piano industriale previsto per il prossimo settembre, sono in aumento gli operai intenzionati a lasciare la Siltal. "Stiamo pensando anche a questa eventualità - ammettono sconsolati - ma l'azienda per certi versi ci tiene in pugno: se ce ne dovessimo andare, infatti, non solo non vedremmo gli arretrati dovuti, ma non potremmo neppure contare sul nostro tfr. Per questo, non siamo disposti ad arrenderci".
Barbara Todesco- Gazzettino di Vicenza

Martedì 12 agosto


Appello dei lavoratori Siltal ai sindaci: «Aiutateci!» Le maestranze non hanno visto gli arretrati promessi dopo l’incontro al ministero. Stamane sit-in davanti ai cancelli di un’azienda sempre più in crisi I dipendenti se la prendono anche con i sindacati: «Ci hanno raccontato una favola che doveva essere a lieto fine. Ed invece...»Bassano(G.T.) Senza speranza. E' lo stato d'animo dei lavoratori della Siltal che si sentono presi in giro e con davanti la prospettiva di un autunno ancora più caldo di questa estate senza lo stipendio che attendono da mesi. Nonostante le promesse arrivate da più parti.«Ancora una volta le rappresentanze sindacali ci hanno raccontato la favola - spiegano i lavoratori - che doveva essere a lieto fine ma la conclusione la viviamo solo noi, con i nostri conti in rosso».Infatti dopo l'incontro a Roma, al Ministero delle attività produttive, dove attorno al tavolo delle trattative si era preso l'impegno che entro l'11 agosto (ieri, ndr) i dipendenti avrebbero avuto gli arretrati delle ore lavorate e della Cigs maturate entro il 30 giugno, i lavoratori sono ancora in attesa.«C'è stata anche un'assemblea - continuano - dove i rappresentanti sindacali ci hanno detto che i soldi sarebbero arrivati. Una notizia che avevamo appreso come un sospiro di sollievo per chi non sapeva più come fare per sopravvivere. Invece la doccia fredda che di questi tempi farebbe bene se servisse per combattere il caldo».«Si tratta di un'altra "bufala" - sottolineano ancora - perché già venerdì siamo venuti a conoscenza che la ricapitalizzazione non c'è stata e i soldi non ci sono. Ultima poi di ieri l'ingegnere Novarese, amministratore delegato del gruppo Siltal ha fatto sapere che attualmente sarebbero disponibili 500 mila euro ricavato di una vendita (forse i frigoriferi venduti a Bassano) di cui 150 mila servirebbero per pagare il fisco e i restanti 350 mila da dividere tra i fornitori e i lavoratori di Pignataro».Basta comperare del materiale perché nessuno torna più al lavoro se non ci danno i nostri soldi. Ci hanno ridotto alla fame, non abbiamo più nulla ma il peggio è che non abbiamo più nemmeno un filo di speranza. Ci sentiamo presi in giro, derisi, umiliati, siamo costretti a chiedere continui prestiti per vivere. Abbiamo più debiti che capelli. E a settembre c'è il rischio di un crac e a quel punto proprio non vedremo più nulla. Non possiamo più stare zitti e chiediamo a chiunque possa e voglia aiutarci nella nostra battaglia di farlo».Per questo lanciano un appello anche ai primi cittadini di Bassano, Marostica, Cassola, Rosà, Conco, Enego,Pove, Solagna, Romano, Borso, Mussolente, Casoni, Cartigliano e San Zenone, i comuni dove abitano i lavoratori della Siltal di farsi carico dei loro cittadino che stanno vivendo questo dramma.Intanto stamane, nonostante il periodo di ferie, dalle 9 in poi tutti i dipendenti si ritrovano davanti ai cancelli della Siltal per un confronto e decidere come procedere alla luce della situazione che si fa sempre più delicata.