VERTENZA SILTAL. Protesta davanti all’azienda
Elemosina" di 50 €: i lavoratori bloccheranno la riapertura
BassanoDopo la lettera per chiedere aiuto ai sindaci, i lavoratori della Siltal scendono in piazza. Nessuno striscione di protesta, solo volantini informativi - ieri a Marostica, domani a Bassano - per sensibilizzare i cittadini sulla situazione drammatica in cui sono costretti a vivere da troppo tempo. Ieri, una trentina di operai, si sono ritrovati davanti ai cancelli della fabbrica, per discutere di una situazione ormai insostenibile e per valutare le prossime mosse. L'intenzione, infatti, fanno sapere, è quella di impedire che il prossimo 25 agosto, giorno in cui i cancelli dell'unità di via Trozzetti dovrebbero riaprirsi dopo la pausa estiva, che alcuno varchi la soglia. "La nostra convinzione - ci riferisce Rosy Sanna - è che a fine agosto non si debba riprendere a lavorare. Per questo chiediamo ai sindacati di sostenerci: vogliamo che prima di partire con le nuove produzioni e con l'acquisto di nuovo materiale, l'azienda pensi a pagare i lavoratori". "E poi - continua - qui dentro non vogliamo più entrare, se è vera la voce che a settembre verrà chiesto il fallimento, mi chiedo a cosa serve riprendere a lavorare!".L'esasperazione, tra i dipendenti di Siltal, è ormai al limite. Specie da quando, dicono, "siamo stati nuovamente presi in giro". I tanto attesi stipendi ed arretrati di cassa previsti per lo scorso lunedì, infatti, non sono ancora entrati nelle tasche dei lavoratori, che ieri, però, hanno ricevuto un nuovo bonifico. "Più precisamente una elemosina" stigmatizza Rosy Sanna. Invece dei 2000 euro che mediamente sarebbero dovuti arrivare a ciascun dipendente, dalle casse di Siltal sono stati depositate cifre che variano da un massimo di 400 a un minimo di 50 euro. "Ci dite come possiamo vivere fino a settembre con soli 50 euro in tasca? - protestano i lavoratori - e magari dovendo anche pagare un affitto e mantenere dei figli".Per questo, mentre nessuno sembra credere più all'annunciato nuovo piano industriale previsto per il prossimo settembre, sono in aumento gli operai intenzionati a lasciare la Siltal. "Stiamo pensando anche a questa eventualità - ammettono sconsolati - ma l'azienda per certi versi ci tiene in pugno: se ce ne dovessimo andare, infatti, non solo non vedremmo gli arretrati dovuti, ma non potremmo neppure contare sul nostro tfr. Per questo, non siamo disposti ad arrenderci".
Barbara Todesco- Gazzettino di Vicenza
Barbara Todesco- Gazzettino di Vicenza
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