mercoledì 27 agosto 2008

Martedì 12 agosto


Appello dei lavoratori Siltal ai sindaci: «Aiutateci!» Le maestranze non hanno visto gli arretrati promessi dopo l’incontro al ministero. Stamane sit-in davanti ai cancelli di un’azienda sempre più in crisi I dipendenti se la prendono anche con i sindacati: «Ci hanno raccontato una favola che doveva essere a lieto fine. Ed invece...»Bassano(G.T.) Senza speranza. E' lo stato d'animo dei lavoratori della Siltal che si sentono presi in giro e con davanti la prospettiva di un autunno ancora più caldo di questa estate senza lo stipendio che attendono da mesi. Nonostante le promesse arrivate da più parti.«Ancora una volta le rappresentanze sindacali ci hanno raccontato la favola - spiegano i lavoratori - che doveva essere a lieto fine ma la conclusione la viviamo solo noi, con i nostri conti in rosso».Infatti dopo l'incontro a Roma, al Ministero delle attività produttive, dove attorno al tavolo delle trattative si era preso l'impegno che entro l'11 agosto (ieri, ndr) i dipendenti avrebbero avuto gli arretrati delle ore lavorate e della Cigs maturate entro il 30 giugno, i lavoratori sono ancora in attesa.«C'è stata anche un'assemblea - continuano - dove i rappresentanti sindacali ci hanno detto che i soldi sarebbero arrivati. Una notizia che avevamo appreso come un sospiro di sollievo per chi non sapeva più come fare per sopravvivere. Invece la doccia fredda che di questi tempi farebbe bene se servisse per combattere il caldo».«Si tratta di un'altra "bufala" - sottolineano ancora - perché già venerdì siamo venuti a conoscenza che la ricapitalizzazione non c'è stata e i soldi non ci sono. Ultima poi di ieri l'ingegnere Novarese, amministratore delegato del gruppo Siltal ha fatto sapere che attualmente sarebbero disponibili 500 mila euro ricavato di una vendita (forse i frigoriferi venduti a Bassano) di cui 150 mila servirebbero per pagare il fisco e i restanti 350 mila da dividere tra i fornitori e i lavoratori di Pignataro».Basta comperare del materiale perché nessuno torna più al lavoro se non ci danno i nostri soldi. Ci hanno ridotto alla fame, non abbiamo più nulla ma il peggio è che non abbiamo più nemmeno un filo di speranza. Ci sentiamo presi in giro, derisi, umiliati, siamo costretti a chiedere continui prestiti per vivere. Abbiamo più debiti che capelli. E a settembre c'è il rischio di un crac e a quel punto proprio non vedremo più nulla. Non possiamo più stare zitti e chiediamo a chiunque possa e voglia aiutarci nella nostra battaglia di farlo».Per questo lanciano un appello anche ai primi cittadini di Bassano, Marostica, Cassola, Rosà, Conco, Enego,Pove, Solagna, Romano, Borso, Mussolente, Casoni, Cartigliano e San Zenone, i comuni dove abitano i lavoratori della Siltal di farsi carico dei loro cittadino che stanno vivendo questo dramma.Intanto stamane, nonostante il periodo di ferie, dalle 9 in poi tutti i dipendenti si ritrovano davanti ai cancelli della Siltal per un confronto e decidere come procedere alla luce della situazione che si fa sempre più delicata.

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