mercoledì 27 agosto 2008

Venerdì 15 agosto 2008

Caso Siltal, appello ai sindaci

LAVORO. Frattura fra lavoratori e sindacato sull’esito del vertice a Roma. Ieri volantinaggio al mercato settimanale
Un appello ai sindaci e a tutta la cittadinanza per non essere dimenticati. Strozzati da una crisi finanziaria che li ha gettati in cassa integrazione e li ha lasciati senza stipendio, i lavoratori della Siltal, la fabbrica di elettrodomestici di via Trozzetti, ieri mattina sono scesi in piazza. Stanchi di sentirsi presi in giro, durante il mercato settimanale gli operai bassanesi, hanno distribuito ai passanti un volantino di protesta in cui hanno espresso tutta la loro rabbia per la situazione venutasi a creare all’interno dell’azienda e hanno spiegato in quali difficoltà si trovino ora le loro famiglie. «Ancora una volta le rappresentanze sindacali ci hanno raccontato una favola», attaccano le maestranze, ricordando il primo vertice a Roma, conclusosi con la promessa della corresponsione, entro l’undici agosto, degli arretrati delle ore lavorate, le assicurazioni fornite dai sindacalisti e infine l’ennesima doccia fredda. «Venerdì scorso abbiamo saputo che la ricapitalizzazione non era avvenuta - riferiscono - e che i soldi non c’erano. L’ing. Novarese, amministratore delegato del gruppo, ha fatto sapere che sarebbero disponibili 500 mila euro ricavati da una vendita (forse i frigoriferi bassanesi); 150 mila servirebbero tuttavia per pagare il fisco e 350 mila andrebbero divisi tra i fornitori e i lavoratori di Pignataro». Una scelta che non piace agli operai bassanesi, certi di avere gli stessi diritti degli uomini dell’altro stabilimento. «Ci hanno ridotto alla fame - insistono -, siamo costretti a chiedere continui prestiti per vivere e a settembre c’è il rischio crac». I dipendenti della Siltal si rivolgono quindi ai primi cittadini di Bassano ma anche di Marostica, Pove, Cassola, Rosà Conco, Enego, Solagna, Romano, Borso, Mussolente, Cartigliano e San Zenone di farsi carico del problema. Alle critiche mosse dai dipendenti ai loro rappresentanti è però subito seguita la replica dei sindacati. Portando come prova il verbale della riunione al Ministero del 31 luglio, Massimo Pantano, della Fim-Cisl, spiega come "a raccontare favole" non siano stati i portavoce degli operai ma gli imprenditori. «Si sono presi gioco non solo di noi - chiarisce - ma anche delle istituzioni dello Stato democratico. Non si capisce quindi perché alcuni attribuiscano le responsabilità al sindacato invece di prendersela con loro. I lavoratori a Bassano si sono sempre divisi. Anche questa volta è andata così. Peccato». C.Z.
Dal GIORNALE DI VICENZA del 15 agosto

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