Bassano
Quando Marco Travaglio entra nella sala uno del cinema Metropolis, gremita di gente e per la delusione di chi fino all'ultimo ha sperato si liberasse qualche posto dei 300 super esauriti, il pubblico applaude e nota la cartellina verde che porta in mano: la storia degli operai della Siltal che, appostati sul retro del cinema con striscioni e cartelloni, hanno atteso il giornalista dell'Unità e ospite fisso della trasmissione televisiva "Annozero", con la speranza potesse prendere a cuore le loro disavventure. Disavventure che giovedì sera, nel primo degli "Incontri senza censura" organizzati dalla libreria La Bassanese per quest'autunno, Travaglio ha iniziato col portare in mano: "Mi è stato appena consegnato questo piccolo dossierino sulla Siltal. Invito tutti i presenti a prendere informazioni dal presidio qui fuori".
Racconta la genesi del suo ultimo libro "Il bavaglio", afferma come la democrazia e l'informazione siano il bersaglio preferito dell'attuale governo e non lascia cadere gli spunti che gli arrivano dal pubblico. Anzi. Dalle ecomafie al Dal Molin passando per il suo impegno ("Parteciperò ad un'iniziativa contro il Dal Molin tra 15 giorni" ha confessato in un momento delle tre ore di conferenza) fino ai moniti per non affogare nel mare di "fumo negli occhi che ogni giorno ci propinano i telegiornali": "Informarsi è un antidoto contro le truffe mediatiche. Non vogliono che ti informi? Informati! Non vogliono che pensi? Pensa! Non vogliono che tu vada in piazza? Vai in piazza!" Poi si passa ad analizzare le ultime leggi "talmente vergognose da far venir la voglia di mettere nero su bianco". La Lodo-Alfano e la blocca processi "che ne voleva paralizzare diecimila per bloccarne uno. L'unico certo della condanna di Berlusconi è Berlusconi medesimo, ecco la ragione del rinvio del processo Mills." Ma l'ironia al vetriolo del giornalista non risparmia neppure Veltroni, Napolitano, Schifani e Alfano, definito "Angelino Jolie per la sua bella presenza che viaggia sempre in coppia con Ghedini: uno parla e l'altro gli spiega poi con calma ciò che ha detto".
Il pubblico ridacchia più rapito dalla verve di Travaglio che dalle sue battute amare. "Fino a quando affideremo la giustizia a chi la giustizia la teme sarà un esercizio un po' inutile." E col capitolo del guinzaglio messo alle intercettazioni fioccano i dati scientifici e non empirici "a differenza di quelli proclamati in Parlamento. Solo lo 0,02 per cento della popolazione italiana viene intercettata, non si tratta di un'emergenza." E se Travaglio tratteggia un "quadro sconsolante" come lo definisce Alessandro Tich, moderatore della serata, il pubblico chiede cosa fare per resistere. "Informarsi - risponde Travaglio - A noi giornalisti ci pagheranno uguale anche quando non daremo le notizie. Ma alla fine continuando così, dei diritti di uguaglianza e di informazione, che resterà?".
Lara Lago
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