martedì 30 settembre 2008

Vertice fallimentare La Siltal è al capolinea

ECONOMIA. Nell’incontro al Ministero del lavoro è emersa la disastrosa situazione dell’attuale proprietà

Non ci sono soldi per fare fronte agli impegni ed è svanita l’ipotesi d’acquisto da parte del gruppo inglese

Vincenzo Pittureri
Una mazzata. Il summit che avrebbe dovuto indicare la strada della salvezza per la Siltal si rivela invece l’ennesima tappa di tormenti ad acuire un calvario senza fine. L’incontro di ieri al Ministero del lavoro a Roma (presente tra gli altri anche l’assessore regionale Donazzan), invece di far riemergere l’azienda di via Trozzetti dalle sabbie mobili nelle quali è sprofondata, rischia di decretare il definitivo capolinea per lo stabilimento cittadino.
«I riscontri sono stati indubbiamente di segno negativo, forse addirittura peggiori di quello che pensavamo - confessa Massimo Pantano per conto della Fim/Cisl - Nella capitale si è presentato per conto della proprietà l’imprenditore Caraffini, il quale ha candidamente ammesso che lui i soldi per fare fronte agli impegni, alle scadenze e soprattutto alle tante spettanze arretrate che reclamano i dipendenti non li ha. Ci ha detto che in questi giorni è impegnato a vendere e a piazzare alcuni cespiti personali per cercare di racimolare un po’ di liquidità e di contante per tentare di saldare il saldabile».
«Ci ha già abituato in passato a questo genere di promesse - prosegue Pantano - senza onorarle una sola volta. Da parte quindi nostra non gli crediamo più e non aspetteremo certo in eterno. Lo stesso titolare ha assicurato che, se tutto andrà come pensa, per metà ottobre dovrebbe cominciare ad incassare un po’ di denaro, ma francamente nessuno di noi si illude che sarà davvero così».
Caraffini, dal canto suo, ha reso noto un altro particolare sulla vicenda, se è per questo ancora più sconsolante e avvilente.
«Sì - riattacca il sindacalista - ci ha confidato che il fondo inglese che pareva seriamente interessato a rilevare il gruppo Siltal e per il quale aveva già definito un ipotetico piano di rilancio che sarebbe dovuto scattare proprio in questi giorni, si è volatilizzato».
Con l’acquirente apparentemente più credibile che si è fatto di nebbia, le prospettive per la ditta bassanese (ma presente anche in altre sedi italiane) sono decisamente nefaste.
«A questo punto credo si vada verso il fallimento. Salvo miracoli non vedo alternative - spiega Pantano - Oggi pomeriggio alle 14 ci riuniremo in assemblea coi lavoratori dinanzi alla fabbrica per valutare assieme le prossime mosse. Tuttavia l’intenzione per il momento è quella di far firmare agli addetti un decreto ingiuntivo di pagamento che finirà presumibilmente col portare l’impresa verso il fallimento. Un’operazione che di contro potrebbe assicurare qualche giorno in più di tempo ai nostri referenti per reperire un po’ di soldi. Si va verso questa soluzione e ormai mi sembra evidente».
Sono circa un centinaio i dipendenti della Siltal che da oltre tre mesi non percepiscono gli stipendi, né la paga intera né tantomeno gli emolumenti dei tantissimi in cassa integrazione. Una situazione insostenibile per operai che hanno famiglie a carico e che ora, fuor di retorica, con le tasche vuote da troppo tempo, faticano davvero a rimediare un piatto di pasta a pranzo. A questo punto la Siltal sta per finire in un precipizio senza

La Siltal è sull'orlo del fallimento

Incontro senza esito a Roma, il fondo Pvc si ritira dalla ricapitalizzazione: la Gepafim chiede tempo ma i sindacati faranno partire i decreti ingiuntivi


Bassano
Si avvicina lo spettro del fallimento per la Siltal Spa.L'ennesima fumata grigissima, per l'azienda un tempo leader negli impianti di refrigerazione, si è alzata ieri nell'incontro tenuto a Roma, nella sede del Ministero per lo Sviluppo economico.La tanto attesa ricapitalizzazione non si è vista ed anzi, dalla partita è uscito anche il fondo inglese PVC.Il compito di salvare l'ex Iar, dunque, è rimasto solamente sulle spalle di Gabrio Caraffini, imprenditore umbro titolare della Gepafim spa, l'azienda che da qualche mese ha rilevato, tra gli altri, anche lo stabilimento produttivo bassanese.Caraffini in persona si è presentato ieri al tavolo di confronto, accolto tra gli insulti dei lavoratori, una cinquantina dei quali arrivati a Roma direttamente da via Trozzetti. Ai commissari straordinari, l'armatore umbro, ha fatto sapere di non essere riuscito ad ottenere dalle banche i finanziamenti necessari al rilancio dell'impresa e di avere anzi bisogno di altro tempo, almeno un paio di settimane, per completare la vendita di cespiti personali (ad oggi Caraffini ha investito in Siltal 12milioni di euro) e la conseguente ricapitalizzazione di Siltal.Difficile però, questa volta, per sindacati e lavoratori, accettare un'altra richiesta di tempo, peraltro non ancora accompagnata da un piano industriale credibile. Per questo, al termine dell'incontro, al quale hanno presenziato anche la Regione, con un funzionario dell'assessorato al Lavoro e l'amministrazione comunale di Bassano con il vicesindaco, Stefano Giunta, i sindacati hanno annunciato l'intenzione di raccogliere le buste paga dei lavoratori e portare la questione in tribunale, con la deposizione dei decreti ingiuntivi.

"Non ci resta altro da fare - è il commento di Massimo Pantano Fim-Cisl - dopo tutto è sfumata ancora una volta la speranza di vedere finalmente arrivare i fondi tante volte promessi".

Intanto, in attesa di conoscere se la richiesta di tempo del gruppo Gepafim, possa avere questa volta un fondamento, i commissari straordinari daranno avvio alla procedura necessaria a contestare all'azienda l'inadempienza del contratto di acquisto con cui, solo pochi mesi fa, si annunciava il rilancio dell'impresa."Siamo seriamente preoccupati - è il commento di Gloria Berton, della Fiom - Cgil - ci è stato chiesto di aspettare fino a metà del mese di ottobre, ma non possiamo certo attendere ancora. Domani alle 14 (oggi, per chi legge, n.d.r.) incontreremo in assemblea i lavoratori e prenderemo una decisione definitiva".Insomma, sul caso Siltal, non è ancora stata posta la parola fine. Ma l'ipotesi del fallimento sembra sempre più vicina.

Barbara Todesco

mercoledì 24 settembre 2008

DAL GIORNALE DI VICENZA

LAVORO. L’arciprete: «Le regole del mercato lontane dal Vangelo che invece parla di condivisione dei beni» Il vescovo Nosiglia scrive ai dipendenti della Siltal La solidarietà della Chiesa espressa ieri anche da monsignor abate e dal parroco di S. Marco fra le maestranze in via Trozzetti

La Chiesa è vicina ai lavoratori della Siltal, l’azienda di via Trozzetti che versa da mesi in una grave crisi e che vede senz afuturo 900 dipendenti. Ieri pomeriggio mons. Renato Tomasi, assieme al parroco di San Marco don Gianni Pegoraro, ha incontrato i dipendenti ai quali ha letto il messaggio del vescovo Cesare Nosiglia. L’arciprete di Bassano, ha detto che la Chiesa non può intervenire materialmente sulla vicenda, ma è vicina a coloro che soffrono. «Sono contento di essere qui - ha detto il prelato - non solo per incontrarvi personalmente ma anche perché posso portarvi la solidarietà della comunità cristiana. Faremo leggere la lettera del vescovo nelle parrocchie. Non possiamo, come chiesa, dare delle soluzioni, ma sappiate che vi pensiamo. Mi aveva colpito l’articolo del Giornale di Vicenza di sabato scorso e ho riflettuto su questa situazione. Si parla di leggi del mercato, che però non stanno scritte in cielo. Sono scelte umane, determinate anche dal nostro atteggiamento nei confronti della ricchezza, del consumo, dello stile di vita. Il 20 per cento degli abitanti della Terra usufruisce dell’80 per cento delle ricchezze. Il Vangelo esprime invece la logica della condivisione dei beni». I sindacati hanno parlato dell’incontro che nella stessa mattinata avevano avuto a Vicenza con il prefetto Piero Mattei, Erano presenti anche l’onorevole Daniela Sbrollini e l’assessore provinciale al lavoro Morena Martini, la quale ha detto che la stessa Provincia non può muoversi fino a quando la proprietà della Siltal non restituirà all’ente i 530 mila euro già versati ai lavoratori, molti dei quali al limite dell’indigenza. La Provincia è stato l’unico organismo a “mettere il pane sul tavolo dei lavoratori”. L.Z.

DAL GAZZETTINO

Bassano
"Il lavoro è un diritto e una condizione primaria e indispensabile per la vita di ogni persona e famiglia e dovrebbe sempre essere garantito a tutti. Mi auguro, pertanto, che si possa trovare, anche per voi, una soluzione positiva, che risponda alle vostre giuste richieste e necessità". Sono queste solo alcune delle parole di solidarietà che il vescovo di Vicenza, monsignor Cesare Nosiglia, per voce dell'abate di Bassano, monsignor Renato Tomasi, ha inviato ieri ai lavoratori della Siltal. Una lunga lettera in risposta a quella inviata dagli operai di via Trozzetti, per chiedere che anche la comunità cristiana intervenga a fermare quella che, sempre più, si sta trasformando in una vera e propria emergenza sociale.
Accompagnato dal parroco di San Marco, don Gianni, monsignor Tomasi, è arrivato nel luogo del presidio alle 16, per testimoniare la propria vicinanza agli operai e dare ascolto alle loro quotidiane difficoltà.
"Da tempo - sono le parole di Tomasi - pensavo a come darvi un segno non tanto personale, quanto una testimonianza della partecipazione alla comunità cristiana alle vostre difficoltà ed oggi (ieri, n.d.r.) la lettera del Vescovo me ne ha dato la possibilità".Nella lunga missiva, monsignor Cesare Nosiglia, ha ricordato: "So che siete uniti e solidali tra voi e questo è certamente un fatto molto importante, che vi infonde forza e coraggio. Vi assicuro che il Signore è con voi e non vi abbandona, perché egli stesso ha provato fino in fondo la fatica del lavoro e della sofferenza". E ancora "Vi accompagno con la preghiera, affinché la proprietà, le autorità civili interessate, le forze sindacali ed ogni soggetto responsabile coinvolto sul piano locale e nazionale facciano la loro parte per trovare le vie di una necessaria soluzione alla crisi".
Proprio per trovare una qualche soluzione, ieri mattina, le rappresentanze sindacali sono state ricevute a Vicenza dal prefetto Piero Mattei. Nell'incontro, al quale hanno partecipato anche l'onorevole del Pd Daniela Sbrollini e l'assessore provinciale al Lavoro, Morena Martini, è emersa la volontà di informare sul caso Siltal anche il Governo, nelle persone dei Ministri per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola e per il Lavoro e le Politiche Sociali, Maurizio Sacconi. Proprio a loro, solo due giorni fa, la stessa esponente del Pd aveva indirizzato un'interrogazione parlamentare con cui si chiede al Ministro Scajola di attivarsi con urgenza per convocare l'azienda, al fine di rispettare l'accordo preso con le parti sindacali lo scorso 31 luglio. Nella stessa interrogazione, Daniela Sbrollini, chiede anche di conoscere attraverso quali altre forme il Ministero dello Sviluppo economico intenda intervenire a favore dei lavoratori e se le società interessate alla questione Siltal abbiamo in qualche modo usufruito di fondi pubblici, in particolare dell'Unione Europea o della Regione.
Intanto, da più parti sta arrivando ai lavoratori della Siltal la solidarietà di aziende, cittadini e associazioni del territorio che hanno voluto rispondere all'appello lanciato da lavoratori e sindacati per voce di Gloria Berton: "Basta con le pacche sulle spalle - aveva detto solo pochi giorni fa l'esponente della Fiom Cgil - ora abbiamo bisogno di mangiare!".
La richiesta, come detto, è stata accolta e nella cassa comune dei lavoratori, grazie al sostegno di Un'altra Bassano, Barcia, Bassano Distributori, la sezione del Pc di Vicenza e i Comitati No Dal Molin, sono arrivati denaro e viveri per consentire agli operai di continuare il presidio davanti ai cancelli dell'azienda e di scendere a Roma il prossimo 29 settembre, giorno in cui è previsto a Roma, l'incontro decisivo sul destino della Siltal.Barbara Todesco

sabato 20 settembre 2008

DAL GIORNALE DI VICENZA


OCCUPAZIONE. Si sta facendo drammatica la situazione per i dipendenti dell’azienda di via Trozzetti in grave crisi Siltal, è allarme. «Sotto la soglia dell’indigenza»Da maggio i lavoratori non percepiscono uno stipendio pieno ma solo acconti Attesa per il vertice a Roma

«Vuole che le dica qualcosa di pratico? Martedì mi hanno chiuso il gas e ho due figli... forse dovrei mandare le mie bollette a Caraffini». Miria lavora alla Siltal di Bassano; come i suoi 230 colleghi aspetta da maggio di ricevere un vero stipendio e come molti altri operai della ditta ieri ha passato la mattinata davanti ai cancelli della fabbrica di elettrodomestici, dove il secondo giorno di sit- in è iniziato all’aba. Dopo il nuovo rinvio del vertice di Roma al ministero dello sviluppo economico - un incontro inizialmente previsto per giovedì e poi slittato al 29 settembre - i dipendenti dello stabilimento cittadino, da mesi alle prese con gravissime difficoltà finanziarie, si sono radunati con cartelli e striscioni in via Trozzetti, decisi a non sciogliere il presidio sino a che i loro compensi arretrati non saranno pagati e sino a quando la nuova proprietà non sbloccherà una situazione che sta portando sull’orlo della miseria più di duecento famiglie del comprensorio e altre centinaia di operai a Ticinetto e a Pignataro. «Siamo sotto la soglia dell’indigenza» spiega Gloria Berton, della Fiom Cgil, che ieri mattina, assieme ai colleghi della Fim Cisl, della Uilm e dell’Ugl ha chiesto al sindaco di Bassano Gianpaolo Bizzotto (e poi ottenuto) un finanziamento per i due pullman necessari a portare almeno un centinaio di lavoratori all’incontro romano del 29. «La situazione è tale da non permetterci di domandare alle maestranze nemmeno un contributo di 20 euro per la corriera - ricorda la sindacalista -. Per questo abbiamo invitato il primo cittadino a portare in consiglio comunale il caso Siltal e a convocare un incontro fra tutti gli amministratori del comprensorio perché diano dei piccoli aiuti concreti a queste persone». «Va bene la solidarietà - ha continuato Massimo Pantano, della Cisl - ma sino ad ora solo la Provincia ha stanziato dei fondi. Tutti gli altri hanno dimostrato buona volontà. Qui però si tratta di mettere in fila colazione, pranzo e cena». Dopo anni di incertezze, lunghi periodi di amministrazione straordinaria e l’arrivo del nuovo proprietario Caraffini la situazione dell’ex Iar, ora Siltal, sembra arrivata ad un punto di non ritorno. Entro il 10 di settembre si sarebbe infatti dovuta completare la ricapitalizzazione della società ma i 10 milioni di euro necessari per portare a termine l’operazione e pagare gli operai non sono arrivati. Sembra che i commissari della Siltal abbiano già avviato un’azione revocatoria. Una procedura che, qualora i titolari del gruppo dovessero continuare a dimostrarsi insolventi, potrebbe far tornare il complesso industriale in amministrazione straordinaria. «L’ultimo stipendio risale allo scorso giugno - continuano i sindacalisti - e ci sono lavoratori che, in quattro mesi hanno ricevuto un bonifico da 12 euro». A qualcuno è andata addirittura peggio e per il mese di agosto ha ottenuto un compenso di 2 euro e 12 centesimi. «Le cose vanno per le lunghe ma noi abbiamo dei figli e gli affitti o i mutui da pagare - gli fanno eco i colleghi - . Siamo arrivati a non fare più la spesa...». Ora si attende quindi con trepidazione l’appuntamento del 29 settembre nella capitale. Il 23 intanto i sindacati incontreranno a Vicenza il prefetto, che verrà invitato ad intercedere presso il Ministero affinché il summit romano non venga nuovamente rinviato. C.Z.

venerdì 19 settembre 2008

DAL GIORNALE DI VICENZA

Sit-in davanti alla Siltal «Situazione pesante»

Carlo Barbieri «Duecentotrentaquattro addetti e con essi le loro famiglie sono ormai all’indigenza». Non usa mezzi termini Gloria Berton, responsabile Fiom-Cgil, ieri tra i lavoratori della Siltal in sit-in davanti ai cancelli dello stabilimento dalle 5 del mattino sino alle 17. I dipendenti hanno deciso di incrociare la braccia dopo l’ennesimo rinvio del summit al Ministero del lavoro, previsto inizialmente per ieri, spostato all’ultimo momento al 24 e nel giro di un paio d’ore posticipato al 29. Un balletto di date che ha fatto esplodere la rabbia tra i lavoratori in cassa integrazione da mesi, «con bonifici - dice la Berton - da 10 a 600 euro», e comunque senza prospettive chiare all’orizzonte. «Abbiamo ricevuto la visita e la solidarietà dell’assessore provinciale Morena Martini - continua la Berton -, unica fra le istituzioni a portarci la sua solidarietà. Domani (oggi per chi legge, ndr), è prevista riunione di Giunta a Bassano. Andremo in delegazione per chiedere al Comune il suo sostegno, mediante il pagamento della trasferta a Roma per i dipendenti che si recheranno al ministero con due pullman». «La situazione è ormai pesantissima, se non drammatica - prosegue la segretaria bassanese Fiom-Cgil -. Fim Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil esprimono la loro forte preoccupazione per la situazione che si è creata». Una situazione, a dirla tutta, che si trascina da anni fra cassa-integrazioni, ristrutturazioni industriali, finanziamenti “tampone” e “piani ponte” di istituti di credito, sostegni della Provincia, incontri in Regione, vertici a Roma. Da ultimo l’annunciata interrogazione parlamentare da parte dell’on. Sbrollini (Pd) al fine di sensibilizzare il Governo sul problema. In via Trozzetti la pazienza lampeggia da tempo in “riserva”. «Stiamo attendendo una data certa - conclude la Berton - per un incontro col prefetto».

DAL GAZZETTINO

Visitando gli operai in sit-in, ieri, l’assessore provinciale Martini ha parlato di "situazione indegna" e promesso di fissare un incontro con l’esponente del governo, a Cortina
Crisi Siltal, i lavoratori dal ministro Sacconi
Sullo stato dell’azienda interpellanza della minoranza a Romano: "Il sindaco si attivi in Regione per la creazione di un fondo di solidarietà"
Bassano
Per trovare una via d'uscita alla crisi Siltal, giunta ormai a livelli drammatici, battere ogni strada possibile è un obbligo. Non solo quelle che portano a Roma, dove tutti si augurano che lunedì 29 si tenga finalmente il summit già slittato varie volte al ministero dello Sviluppo economico. Un sentiero carico di speranza conduce nell'immediato a Cortina, dove una rappresentanza degli addetti dell'azienda, domani, potrebbe incontrare il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, ospite assieme ad altri esponenti del Governo della convention organizzata dal gruppo di Forza Italia del Consiglio regionale del Veneto nella cittadina ampezzana.
Tessitrice del tentativo è Morena Martini. Ieri mattina l'assessore provinciale al Lavoro ha incontrato i dipendenti, in sit-in permanente di fronte alla sede della ditta dalle 5 di mattina alle 5 di pomeriggio. L'amministratrice forzista si è intrattenuta per un'ora e mezza: tra gli impegni che ha preso, quello appunto di adoperarsi per organizzare il colloquio con Sacconi.
«Sebbene appartenga a un partito che non è certo quello di riferimento per le sigle sindacali - riconosce Gloria Berton, della Fiom Cgil - bisogna dare atto all'assessore Martini di essersi spesa per cercare una soluzione a un problema che interessa 240 famiglie. La Provincia, finora, è l'unico ente che ha messo il pane in tavola ai lavoratori». È stato Palazzo Nievo, infatti, ad anticipare 530 mila euro di cassa integrazione, peraltro non ancora restituiti dall'azienda. Se iniziasse a rivedere indietro quei soldi, la Provincia potrebbe anticiparne altri agli operai. «Quello che sta capitando alla Siltal - è il parere di Morena Martini - dovrebbe cominciare a indignare tutti, politici in primis: i lavoratori hanno bisogno di azioni concrete, non di pacche sulle spalle e di parole di circostanza».
Una delegazione degli attuali disoccupati, intanto, stamattina, salirà le scale del municipio di via Matteotti, dove si riunisce la giunta: l'intenzione è di chiedere al sindaco Bizzotto un contributo spese per trasportare in autobus tutti i dipendenti Siltal a Roma in occasione del vertice del 29. «La situazione - avvisa Gloria Berton - è gravissima. La correttezza della proprietà è ai minimi storici: ha tentato di convocare i lavoratori via sms. Fino a quando la vertenza non sarà risolta, dalla fabbrica non devono uscire camion: è per questo che presidiamo i cancelli dalla mattina alla sera».
La crisi della Siltal approda anche in consiglio comunale a Romano d'Ezzelino, su iniziativa dei tre esponenti di minoranza Lorenzo Zen, Fabio Fantin e Isaia Citton (L'alternativa c'è). Con un'interpellanza i tre consiglieri, preso atto "che tra i duecento lavoratori in difficoltà, una decina sono residenti a Romano", chiedono al sindaco Rossella Olivo di sapere "quali iniziative intende assumere la giunta a favore dei dipendenti, considerato che sono già evidenti le ripercussioni nelle famiglie e che, purtroppo, gli impegni assunti dalla ditta sono stati disattesi. L'amministrazione si faccia parte diligente, assieme agli altri Comuni del comprensorio, presso la Regione Veneto affinchè venga costituito un fondo di solidarietà in modo da anticipare il pagamento delle spettanze ai lavoratori".
Zen, Fantin e Citton esprimono anche "solidarietà e vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie".

domenica 14 settembre 2008

Dal GAZZETTINO DEL 13 SETTEMBRE

Bassano Addetti Siltal in fibrillazione Stipendi in arrivo? Summit lunedì
E' durata oltre tre ore l'assemblea dei lavoratori della Siltal che per l'ennesima volta, ieri mattina, si sono riuniti all'esterno dei cancelli della fabbrica di via Trozzetti, per fare il punto su una situazione ormai insostenibile. La convinzione, per tutti, è che si sia arrivati davvero al punto di non ritorno. E in questo senso si riveleranno decisivi per il destino dell'ex Iar i primi giorni della prossima settimana. Lavoratori e rappresentanze sindacali, infatti, attendono con ansia i due incontri in calendario tra lunedì e mercoledì. Il primo, in programma nella sede del Genio civile di Vicenza, vedrà sindacalisti e Rsu incontrare l'assessore regionale Elena Donazzan e il consigliere Claudio Rizzato , che nelle settimane scorse hanno mostrato la volontà di trovare una soluzione al problema. In particolare, la proposta di Rizzato prevede che sia direttamente la Regione ad accordarsi con le banche per anticipare agli operai gli stipendi e gli arretrati della cassa integrazione. Il secondo summit, il 18 settembre, si terrà al Ministero per lo Sviluppo economico. A Roma si ritroveranno attorno al tavolo parti sociali e vertici aziendali. Per l'occasione, i lavoratori bassanesi stanno organizzando un pullman per scendere nella capitale ed hanno annunciato la loro presenza anche lunedì a Vicenza.Intanto sui giornali del Monferrato è apparsa una dichiarazione dell'amministratore delegato della Siltal che annuncia il completamento della ricapitalizzazione entro la fine del mese. L'azienda può fare tutti gli annunci che vuole è il commento di Massimo Pantano della Fim-Cisl ma ormai non crediamo più a nulla. Troppe volte siamo stati delusi da promesse mai mantenute, e troppe volte ci siamo ritrovati con un pugno di mosche in mano. Ora aspettiamo solamente i fatti.I primi potrebbero arrivare forse lunedì. Durante l'assemblea di ieri mattina, alla quale hanno preso parte oltre 140 addetti, voci volevano già in arrivo gli stipendi di quanti hanno lavorato nel mese di giugno e in qualche caso anche i rimborsi dell'Irpef.Per saperlo, però, bisognerà attendere - ripetiamo - lunedì, con la riapertura dei istituti di credito e la verifica diretta dei conti bancari dei lavoratori.

lunedì 1 settembre 2008

GAZZETTINO DI VICENZA - 30 AGOSTO

Bassano
Quando Marco Travaglio entra nella sala uno del cinema Metropolis, gremita di gente e per la delusione di chi fino all'ultimo ha sperato si liberasse qualche posto dei 300 super esauriti, il pubblico applaude e nota la cartellina verde che porta in mano: la storia degli operai della Siltal che, appostati sul retro del cinema con striscioni e cartelloni, hanno atteso il giornalista dell'Unità e ospite fisso della trasmissione televisiva "Annozero", con la speranza potesse prendere a cuore le loro disavventure. Disavventure che giovedì sera, nel primo degli "Incontri senza censura" organizzati dalla libreria La Bassanese per quest'autunno, Travaglio ha iniziato col portare in mano: "Mi è stato appena consegnato questo piccolo dossierino sulla Siltal. Invito tutti i presenti a prendere informazioni dal presidio qui fuori".

Racconta la genesi del suo ultimo libro "Il bavaglio", afferma come la democrazia e l'informazione siano il bersaglio preferito dell'attuale governo e non lascia cadere gli spunti che gli arrivano dal pubblico. Anzi. Dalle ecomafie al Dal Molin passando per il suo impegno ("Parteciperò ad un'iniziativa contro il Dal Molin tra 15 giorni" ha confessato in un momento delle tre ore di conferenza) fino ai moniti per non affogare nel mare di "fumo negli occhi che ogni giorno ci propinano i telegiornali": "Informarsi è un antidoto contro le truffe mediatiche. Non vogliono che ti informi? Informati! Non vogliono che pensi? Pensa! Non vogliono che tu vada in piazza? Vai in piazza!" Poi si passa ad analizzare le ultime leggi "talmente vergognose da far venir la voglia di mettere nero su bianco". La Lodo-Alfano e la blocca processi "che ne voleva paralizzare diecimila per bloccarne uno. L'unico certo della condanna di Berlusconi è Berlusconi medesimo, ecco la ragione del rinvio del processo Mills." Ma l'ironia al vetriolo del giornalista non risparmia neppure Veltroni, Napolitano, Schifani e Alfano, definito "Angelino Jolie per la sua bella presenza che viaggia sempre in coppia con Ghedini: uno parla e l'altro gli spiega poi con calma ciò che ha detto".

Il pubblico ridacchia più rapito dalla verve di Travaglio che dalle sue battute amare. "Fino a quando affideremo la giustizia a chi la giustizia la teme sarà un esercizio un po' inutile." E col capitolo del guinzaglio messo alle intercettazioni fioccano i dati scientifici e non empirici "a differenza di quelli proclamati in Parlamento. Solo lo 0,02 per cento della popolazione italiana viene intercettata, non si tratta di un'emergenza." E se Travaglio tratteggia un "quadro sconsolante" come lo definisce Alessandro Tich, moderatore della serata, il pubblico chiede cosa fare per resistere. "Informarsi - risponde Travaglio - A noi giornalisti ci pagheranno uguale anche quando non daremo le notizie. Ma alla fine continuando così, dei diritti di uguaglianza e di informazione, che resterà?".

Lara Lago

venerdì 29 agosto 2008

DAL GIORNALE DI VICENZA

LAVORO. Carlo Ferraro, coordinatore del Pd «Crisi alla Siltal Uniamo le forze per risolverla»

Sulla situazione della Siltal interviene anche Carlo Ferraro, coordinatore del Partito democratico bassanese. «Il caso - dichiara - si sta trascinando da così tanti mesi da aver assunto aspetti ormai insostenibili. Il mancato rispetto degli impegni da parte della proprietà, la sorte dei lavoratori, il ritardo nel pagamento degli stipendi, l'assenza di trasparenza sulle prospettive dell'azienda sono nodi che necessitava sciogliere da tempo con atti concreti, certi e definitivi. Invece, in una sorta di gioco delle tre carte, di “prometto e non mantengo” e, in definitiva, di preoccupanti e continui rinvii, siamo ancora in alto mare. Tutto ciò è diventato intollerabile. La doverosa solidarietà delle forze politiche non è più sufficiente. Iniziative di singoli rappresentanti territoriali sono importantissime e, per quanto ci compete come Partito democratico ci siamo attivati per coinvolgere i nostri referenti. Riteniamo ad esempio estremamente opportuna la recente proposta del consigliere regionale Claudio Rizzato che chiede la costituzione di un fondo regionale per anticipare il pagamento degli arretrati». «Occorre però - prosegue Ferraro - un salto di qualità. Per diventare produttive di effetti virtuosi, iniziative come quella summenzionata devono essere coordinate. Nel momento in cui una parte del suo corpo viene aggredita, una comunità ritrova il senso del proprio esistere se riesce a fare fronte comune. La vicenda Siltal non riguarda esclusivamente quei lavoratori ma ci coinvolge tutti direttamente. È necessario comprendere che il mancato rispetto degli impegni da parte della proprietà non è uno schiaffo e un danno economico solo ai dipendenti dell'azienda ma a tutta una città e all'area che vi gravita attorno. Ad essere chiamati in causa, dunque, sono direttamente i sindaci e i consigli comunali. Dobbiamo fare massa critica, per esempio costituendo una sorta di “comitato di crisi” che divenga interlocutore mettendo in campo tutto il peso politico di cui siamo capaci. I politici bassanesi di qualsivoglia schieramento sono in grado di operare per unità d’intenti e di accogliere trasversalmente quella richiesta e farla propria per l’approvazione? Il sindaco di Bassano è disponibile a farsi promotore di un incontro collegiale con tutti i parlamentari e i consiglieri regionali vicentini per prendere di petto la questione?».

giovedì 28 agosto 2008

DA RETEVENETA

SILTAL: DOMANI ALTRA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA

Lo hanno annunciato oggi: i lavoratori della SILTAL stabilimento di Bassano, domani sera con l’arrivo di Marco Travaglio al Metropolis, in città, sono intenzionati ad appendere gli striscioni che campeggiano fuori dall’azienda di Via Trozzetti, sui muri del multisale, per fare in modo che il giornalista possa farsi da tramite con le maestranze e in qualche maniera prendere a cuore la questione dei dipendenti che aspettano ancora salari arretrati.

DAL GIORNALE DI VICENZA

LA PROTESTA. Per raccontare la difficile situazione occupazionale Un sit-in da Travaglio per i dipendenti Siltal

Prosegue in modo singolare ma certamente incisiva la protesta dei lavoratori della Siltal, che attendono risposte e certezze che non arrivano mai, inclusi gli stipendi arretrati e le spettanze relative alla cassa integrazione che gli addetti dell’azienda di via Trozzetti aspettano inutilmente da settimane. Stasera, infatti, alle 20.45, i lavoratori metalmeccanici dello stabilimento cittadino presenzieranno all’appuntamento del Metropolis col noto giornalista e scrittore Marco Travaglio per sensibilizzare la comunità e presumibilmente anche lo stesso cronista sulla loro estenuante vicenda che si trascina senza soluzione da troppo tempo. L’incontro avvenuto un mese fa al ministero del lavoro a Roma, alla presenza dei politici locali che sulla carta pareva aver risolto la situazione, all’atto pratico non ha prodotto nulla di concreto. Adesso gli operai coinvolti, oltre un centinaio, chiedono un nuovo summit risolutore tra le parti da programmare sempre al ministero del lavoro in tempi rapidissimi. V.P.

mercoledì 27 agosto 2008

Mercolerdì 27 agosto 2008

«Siltal, fondo della Regione per pagare gli operai»
Bassano
Un fondo regionale straordinario per anticipare alle lavoratrici e ai lavoratori della Siltal spa gli stipendi arretrati e le spettanze della cassa integrazione. E' la proposta avanzata ieri in un'interrogazione alla giunta regionale guidata da Giancarlo Galan, dal consigliere regionale del Pd, Claudio Rizzato. "La situazione - evidenzia l'esponente di opposizione - è divenuta oramai insostenibile, anche solo per il mantenimento del minimo vitale", per questo, dunque Rizzato propone alla Regione di farsi carico in modo diretto della situazione rivalendosi, poi, nei confronti dell'azienda per il recupero delle somme anticipate.
Nell'interrogazione, il consigliere chiede inoltre di sapere da Palazzo Balbi, attraverso quali altre forme la Regione intenda intervenire a favore dei lavoratori e del lavoro, oltre che per la verifica delle eventuali risorse pubbliche impegnate e se intenda, comunque, intervenire anche con prime misure economiche straordinarie per evitare una "tragedia annunciata" nella zona del Bassanese, riguardo all'occupazione e alla insostenibile situazione di centinaia di famiglie. Preoccupazione del consigliere Rizzato è anche sapere se le ditte interessate dal caso Siltal abbiano usufruito di fondi pubblici, in particolare regionali o dell' Unione Europea in rispondenza ai bandi finalizzati alla riconversione, al potenziamento tecnologico e alla riqualificazione della forza lavoro.
L'interrogazione di Claudio Rizzato è la prima reazione ufficiale alle proteste non più tanto velate dei lavoratori di via Trozzetti che dopo anni di malcontenti e attese, lo scorso lunedì hanno organizzato uno sciopero davanti ai cancelli dell'azienda, per protestare contro l'ennesima promessa non mantenuta: i bonifici (con gli stipendi e gli arretrati di cassa integrazione) attesi entro venerdì 8 agosto non si sono ancora visti nei conti correnti dei lavoratori, costretti a vivere negli ultimi tre mesi con la sola somma (per i più "fortunati") di 400 euro.
Gazzettino di Vicenza - Barbara Todesco

Mercoledì 27 agosto 2008

GIORNALE DI VICENZA

LAVORO. Sempre in attesa degli arretrati Siltal ancora in crisi Arriva lo sciopero

Sulla crisi senza uscita della Siltal, il consigliere regionale del Partito Democratico, Claudio Rizzato, in un’interrogazione ha invitato la Regione ad attivare un fondo straordinario per anticipare le mensilità pregresse e le spettanze della cassa integrazione. Infatti, è ancora buio pesto sopra, l’azienda di frigoriferi di via Trozzetti. Gli stipendi, dati come in arrivo, in realtà non si sono mai materializzati, le paghe arretrate promesse si sono fatte di nebbia e così il centinaio di dipendenti dell’azienda, l’altroieri, si è si ripresentato ai cancelli della ditta per la prevista ripresa del lavoro. Ma quei cancelli, però, non li hanno mai varcati, poichè gli addetti dello stabilimento si sono legittimamente stancati di essere presi amabilmente per i fondelli da tutti quanti. I soldi dovuti continuano a rimanere lettera morta, ma le spese quotidiane per tutti gli operai no. Gli ultimi bonifici di lglio non superavano i 400 euro, una cifra con cui è dura campare, specie con con moglie e figli a carico. La protesta dei dipendenti mira a rimettere dinanzi a un tavolo, possibilmente al ministero del lavoro, le parti interessati, inclusi i parlamentari locali, per sbloccare definitivamente la faccenda. V.P.

Martedì 26 agosto 2008

Siltal, ripresa con sciopero contro la farsa degli stipendi
Disatteso l’accordo sui pagamenti, 70 dipendenti incrociano le braccia e appendono striscioni. Situazione grave, si torna a trattare a RomaBassanoCancelli ancora chiusi alla Siltal Spa. E per una volta a deciderlo, sono stati i lavoratori, stanchi di "essere presi in giro", come si legge in uno degli striscioni appesi all'esterno dello stabilimento di via Trozzetti. Circa una settantina di dipendenti, ieri, sarebbero dovuti ritornare mattina al lavoro, ma come più volte annunciato hanno preferito rimanere all'esterno dello stabilimento (alcuni si sono presentati anche con i figli) per gridare la loro rabbia. "Incroceremo le braccia - hanno detto- fino a quando non ci sarà detta tutta la verità e non ci sarà dato quanto dovuto"."Vogliamo i nostri soldi!", "Abbiamo fame", recitano altri due striscioni appesi ai cancelli. A nulla, infatti, sembra essere servito l'incontro tenutosi a Roma lo scorso luglio, al Ministero dello Sviluppo economico. Incontro nel quale la proprietà aveva assicurato ai lavoratori il pagamento degli arretrati tanto degli stipendi, quanto della cassa integrazione."La situazione è davvero esasperata - conferma il rappresentante della Rsu, Gianpietro Lorenzato, della Fiom Cgil - l'accordo è stato disatteso ed ora come sindacati non ci resta che tornare a Roma e chiedere con forza che venga rispettato l'accordo sottoscritto, lo ricordiamo, anche alla presenza dei nostri parlamentari".Per conoscere il destino dello stabilimento di produzione di impianti di refrigerazione, dunque, si attende che venga convocato un nuovo incontro. Ma intanto, la situazione non accenna a sbloccarsi: i lavoratori "più fortunati", infatti, hanno ricevuto lo scorso mese bonifici che al massimo hanno raggiunto quota 400 euro ed ora arriva l'annuncio di una nuova cassa integrazione. "Da due mesi non riceviamo un bonifico che si possa definire tale - protestano i lavoratori - e non sappiamo più come sbarcare il lunario. Molti di noi hanno un mutuo da pagare e figli da mantenere. Ci spiegate come possiamo andare avanti in questo modo?"."Purtroppo - continua Gianpietro Lorenzato - l'azienda oltre a non pagare il personale adesso si trova a fare i conti con il problema di riavviare gli impianti: mancano fondi in cassa e quindi la Siltal dovrà comunque prolungare la chiusura fin a quando non si chiarirà la situazione".GAZZETTINO DI VICENZA - Barbara Todesco

Venerdì 15 agosto 2008

Caso Siltal, appello ai sindaci

LAVORO. Frattura fra lavoratori e sindacato sull’esito del vertice a Roma. Ieri volantinaggio al mercato settimanale
Un appello ai sindaci e a tutta la cittadinanza per non essere dimenticati. Strozzati da una crisi finanziaria che li ha gettati in cassa integrazione e li ha lasciati senza stipendio, i lavoratori della Siltal, la fabbrica di elettrodomestici di via Trozzetti, ieri mattina sono scesi in piazza. Stanchi di sentirsi presi in giro, durante il mercato settimanale gli operai bassanesi, hanno distribuito ai passanti un volantino di protesta in cui hanno espresso tutta la loro rabbia per la situazione venutasi a creare all’interno dell’azienda e hanno spiegato in quali difficoltà si trovino ora le loro famiglie. «Ancora una volta le rappresentanze sindacali ci hanno raccontato una favola», attaccano le maestranze, ricordando il primo vertice a Roma, conclusosi con la promessa della corresponsione, entro l’undici agosto, degli arretrati delle ore lavorate, le assicurazioni fornite dai sindacalisti e infine l’ennesima doccia fredda. «Venerdì scorso abbiamo saputo che la ricapitalizzazione non era avvenuta - riferiscono - e che i soldi non c’erano. L’ing. Novarese, amministratore delegato del gruppo, ha fatto sapere che sarebbero disponibili 500 mila euro ricavati da una vendita (forse i frigoriferi bassanesi); 150 mila servirebbero tuttavia per pagare il fisco e 350 mila andrebbero divisi tra i fornitori e i lavoratori di Pignataro». Una scelta che non piace agli operai bassanesi, certi di avere gli stessi diritti degli uomini dell’altro stabilimento. «Ci hanno ridotto alla fame - insistono -, siamo costretti a chiedere continui prestiti per vivere e a settembre c’è il rischio crac». I dipendenti della Siltal si rivolgono quindi ai primi cittadini di Bassano ma anche di Marostica, Pove, Cassola, Rosà Conco, Enego, Solagna, Romano, Borso, Mussolente, Cartigliano e San Zenone di farsi carico del problema. Alle critiche mosse dai dipendenti ai loro rappresentanti è però subito seguita la replica dei sindacati. Portando come prova il verbale della riunione al Ministero del 31 luglio, Massimo Pantano, della Fim-Cisl, spiega come "a raccontare favole" non siano stati i portavoce degli operai ma gli imprenditori. «Si sono presi gioco non solo di noi - chiarisce - ma anche delle istituzioni dello Stato democratico. Non si capisce quindi perché alcuni attribuiscano le responsabilità al sindacato invece di prendersela con loro. I lavoratori a Bassano si sono sempre divisi. Anche questa volta è andata così. Peccato». C.Z.
Dal GIORNALE DI VICENZA del 15 agosto

Mercoledì 13 agosto 2008


VERTENZA SILTAL. Protesta davanti all’azienda
Elemosina" di 50 €: i lavoratori bloccheranno la riapertura
BassanoDopo la lettera per chiedere aiuto ai sindaci, i lavoratori della Siltal scendono in piazza. Nessuno striscione di protesta, solo volantini informativi - ieri a Marostica, domani a Bassano - per sensibilizzare i cittadini sulla situazione drammatica in cui sono costretti a vivere da troppo tempo. Ieri, una trentina di operai, si sono ritrovati davanti ai cancelli della fabbrica, per discutere di una situazione ormai insostenibile e per valutare le prossime mosse. L'intenzione, infatti, fanno sapere, è quella di impedire che il prossimo 25 agosto, giorno in cui i cancelli dell'unità di via Trozzetti dovrebbero riaprirsi dopo la pausa estiva, che alcuno varchi la soglia. "La nostra convinzione - ci riferisce Rosy Sanna - è che a fine agosto non si debba riprendere a lavorare. Per questo chiediamo ai sindacati di sostenerci: vogliamo che prima di partire con le nuove produzioni e con l'acquisto di nuovo materiale, l'azienda pensi a pagare i lavoratori". "E poi - continua - qui dentro non vogliamo più entrare, se è vera la voce che a settembre verrà chiesto il fallimento, mi chiedo a cosa serve riprendere a lavorare!".L'esasperazione, tra i dipendenti di Siltal, è ormai al limite. Specie da quando, dicono, "siamo stati nuovamente presi in giro". I tanto attesi stipendi ed arretrati di cassa previsti per lo scorso lunedì, infatti, non sono ancora entrati nelle tasche dei lavoratori, che ieri, però, hanno ricevuto un nuovo bonifico. "Più precisamente una elemosina" stigmatizza Rosy Sanna. Invece dei 2000 euro che mediamente sarebbero dovuti arrivare a ciascun dipendente, dalle casse di Siltal sono stati depositate cifre che variano da un massimo di 400 a un minimo di 50 euro. "Ci dite come possiamo vivere fino a settembre con soli 50 euro in tasca? - protestano i lavoratori - e magari dovendo anche pagare un affitto e mantenere dei figli".Per questo, mentre nessuno sembra credere più all'annunciato nuovo piano industriale previsto per il prossimo settembre, sono in aumento gli operai intenzionati a lasciare la Siltal. "Stiamo pensando anche a questa eventualità - ammettono sconsolati - ma l'azienda per certi versi ci tiene in pugno: se ce ne dovessimo andare, infatti, non solo non vedremmo gli arretrati dovuti, ma non potremmo neppure contare sul nostro tfr. Per questo, non siamo disposti ad arrenderci".
Barbara Todesco- Gazzettino di Vicenza

Martedì 12 agosto


Appello dei lavoratori Siltal ai sindaci: «Aiutateci!» Le maestranze non hanno visto gli arretrati promessi dopo l’incontro al ministero. Stamane sit-in davanti ai cancelli di un’azienda sempre più in crisi I dipendenti se la prendono anche con i sindacati: «Ci hanno raccontato una favola che doveva essere a lieto fine. Ed invece...»Bassano(G.T.) Senza speranza. E' lo stato d'animo dei lavoratori della Siltal che si sentono presi in giro e con davanti la prospettiva di un autunno ancora più caldo di questa estate senza lo stipendio che attendono da mesi. Nonostante le promesse arrivate da più parti.«Ancora una volta le rappresentanze sindacali ci hanno raccontato la favola - spiegano i lavoratori - che doveva essere a lieto fine ma la conclusione la viviamo solo noi, con i nostri conti in rosso».Infatti dopo l'incontro a Roma, al Ministero delle attività produttive, dove attorno al tavolo delle trattative si era preso l'impegno che entro l'11 agosto (ieri, ndr) i dipendenti avrebbero avuto gli arretrati delle ore lavorate e della Cigs maturate entro il 30 giugno, i lavoratori sono ancora in attesa.«C'è stata anche un'assemblea - continuano - dove i rappresentanti sindacali ci hanno detto che i soldi sarebbero arrivati. Una notizia che avevamo appreso come un sospiro di sollievo per chi non sapeva più come fare per sopravvivere. Invece la doccia fredda che di questi tempi farebbe bene se servisse per combattere il caldo».«Si tratta di un'altra "bufala" - sottolineano ancora - perché già venerdì siamo venuti a conoscenza che la ricapitalizzazione non c'è stata e i soldi non ci sono. Ultima poi di ieri l'ingegnere Novarese, amministratore delegato del gruppo Siltal ha fatto sapere che attualmente sarebbero disponibili 500 mila euro ricavato di una vendita (forse i frigoriferi venduti a Bassano) di cui 150 mila servirebbero per pagare il fisco e i restanti 350 mila da dividere tra i fornitori e i lavoratori di Pignataro».Basta comperare del materiale perché nessuno torna più al lavoro se non ci danno i nostri soldi. Ci hanno ridotto alla fame, non abbiamo più nulla ma il peggio è che non abbiamo più nemmeno un filo di speranza. Ci sentiamo presi in giro, derisi, umiliati, siamo costretti a chiedere continui prestiti per vivere. Abbiamo più debiti che capelli. E a settembre c'è il rischio di un crac e a quel punto proprio non vedremo più nulla. Non possiamo più stare zitti e chiediamo a chiunque possa e voglia aiutarci nella nostra battaglia di farlo».Per questo lanciano un appello anche ai primi cittadini di Bassano, Marostica, Cassola, Rosà, Conco, Enego,Pove, Solagna, Romano, Borso, Mussolente, Casoni, Cartigliano e San Zenone, i comuni dove abitano i lavoratori della Siltal di farsi carico dei loro cittadino che stanno vivendo questo dramma.Intanto stamane, nonostante il periodo di ferie, dalle 9 in poi tutti i dipendenti si ritrovano davanti ai cancelli della Siltal per un confronto e decidere come procedere alla luce della situazione che si fa sempre più delicata.